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Qeen Elizabeth
Comunicazione - domenica 11 dicembre 2011
“Queen Elizabeth”
Una storia agrodolce che è metafora del nostro vivere. Questa storia inizia in quel di Sorrento nel 1962 presso i cantieri nautici di Giovanni Aprea, discendente da una antica famiglia di maestri d’ascia, che tanta parte avranno in seguito nello sviluppo nautico del nostro paese,. Si costruiscono una serie di barconi in legno sospinti da motori diesel di origine britannica di 30 Hp. destinati al trasporto di gruppi di turisti. Si vivono in quegli anni i primi effetti del boom economico e l’ascesa di un turismo di massa che farà girare alla grande tutta l’economia regionale.
“Quinn Elisabeth”; è il nome, forse un tantino pretenzioso che viene dato al nostro barcone di metri 9,30 per 2,50, forse in omaggio alla Regina Elisabetta II salita al trono d’Inghilterra nel 1952, nome rivelatosi però nel tempo non del tutto fuori luogo. Prende così il via, una lunghissima attività lavorativa,dedicata al trasporto di spensierati gruppi di turisti in vacanza ad Amalfi e nel golfo di Salerno fino al 1997 quando con 35 anni di onorato servizio “Elizabeth” passa di mano e arriva, presso la Lega Navale di Castellammare, per accompagnare intere classi di altrettanti spensierati giovani studenti alla scoperta dei segreti della biologia marina e spesso, per la prima volta in mare e su un barcone.
Ma come si sa, il legno è materia viva e delicata, abbisogna di cure, di manutenzione continua e di tanto amore, merce che è divenuta nel frattempo sempre più difficile da reperire e tra l’altro, molto onerosa da sostenere. Per non parlare delle misure di sicurezza da rispettare e dalle gravose responsabilità derivanti per la Sezione.; Considerate tutte queste cose e dopo qualche malriuscito tentativo di vendita, l’ipotesi di demolizione ha preso sempre più corpo fino a quando, si è profilata all’orizzonte una nuova soluzione che ci è sembrata la migliore possibile e cioè quella di cederla ad un cantiere, quell'omonimo cantiere Aprea, che l’aveva costruita con Giovanni cinquanta anni prima e che ora il nipote, Giovanni, conduce con grande maestria e continua a curare e restaurare, ad altissimi livelli, barche in legno che sono la storia della nostra marineria e non solo. Così, quella che sembrava la fine di una storia con un mestissimo epilogo si è trasformata in una nuova occasione per far continuare a vivere una barca attraverso un prossimo radicale restauro ed una destinazione d’uso adeguata al rango e all’età di una piccola regina del mare.
Per ritornare in casa nostra, c’è da dire che un altro passo finalizzato al riordino della nostra sezione è stato fatto e anche se per motivi diversi sicuramente possiamo affermare soddisfatti: “Long Life to the Qeen”. ed.


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